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Regione Piemonte

Storia

Cenni storici

La storia del comune di San Benigno Canavese è strettamente legata a quella della famosa abbazia di Fruttuaria, fondata nel 1003 da Guglielmo da Volpiano.
L’abbazia, sorta in un’area all’epoca scarsamente abitata, all’interno della Selva Gerulfa, attrasse intorno a sé una comunità dapprima di maestranze adibite alla costruzione dell’abbazia stessa, mutatasi poi in comunità prevalentemente agricola sotto il controllo dei medesimi abati.
Nel 1019 Fruttuaria riceve in dono l’abitato di Visigulfa, posto probabilmente in riva al torrente Malone. Questo insediamento è menzionato per l’ultima volta verso la fine del XIII secolo quando nei documenti si inizia a citare la curtis di Fruttuaria. Un altro insediamento citato talvolta nella zona è quello di Dolfia la cui collocazione dovrebbe essere stata presso il torrente Orco.
I primi statuti comunali della villa veteris di San Benigno risalgono al 1318. Nel 1368 l’abitato occupava una vasta area ed era circondato da un fossato e dotato di porte ma non di mura (a causa della sua estensione).
Nel XV secolo l’instabile situazione politica della zona portò alla fondazione del ricetto, dotato di mura, torri e porte e protetto da un fossato, addossato all’Abbazia, ed al progressivo spostamento della popolazione al suo interno.
Solo a partire dal 1600 inizia un nuovo spostamento verso le aree esterne al Ricetto, verso quella chiamata villa veteris.
Nel 1711 San Benigno, fino a quel momento sottoposto al controllo della Chiesa, viene occupato dalle truppe del duca di Savoia. Nel 1741 il Papa cede infine ufficialmente tutto il territorio comunale al ducato.
La denominazione moderna sostituisce quella antica di FRUCTUARIA, propria delle terre del monastero benedettino. Il toponimo, nella dizione moderna ufficiale, si connette a SANCTUS BENIGNUS, patrono dell’abbazia di Digione, ed è documentato fin dal 1115. L’insediamento si formò intorno al monastero benedettino di Fruttuaria, fondato nel 1003 da Guglielmo da Volpiano e noto per il rigore con cui veniva seguita la REGULA SANTI BENEDICTI e per l’autonomia di cui godeva. Per secoli Fruttuaria fu un centro spirituale di prima grandezza. Ospitò personaggi illustri, come re Arduino, che visse nell’abbazia da semplice monaco sino alla morte. L’abitato si sviluppò all’ombra del monastero e ne seguì le sorti. Nel corso del XV secolo, ormai irrimediabilmente decaduto il potere degli abati, i fondi sui quali si esercitava il dominio dell’abbazia furono riuniti al Ducato di Savoia. I Savoia amministrarono l’enclave con le stesse norme dello Stato e ignorarono le consuetudini, i privilegi e le concessioni di cui il monastero aveva goduto, suscitando la ribellione degli abitanti. L’abbazia visse un ultimo periodo di grandezza con il cardinale Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze, nel XVIII secolo. Questi tentò di riportare il complesso alla passata grandezza con l’edificazione di un grandioso palazzo abbaziale e di una sontuosa chiesa in stile barocco. Delle possenti e severe architetture realizzate dall’abate Guglielmo permangono: il poderoso ricetto, a forma pentagonale, il cui torrione orientale, è ancora quasi integro, e il campanile risalente al Mille, con la sua possente struttura quadrata. Della chiesa voluta e progettata da Guglielmo non rimangono, invece, che le tracce venute alla luce durante gli scavi archeologici. Al suo posto, il cardinale delle Lanze fece costruire una nuova basilica, la parrocchiale dell’Assunta, su imitazione della basilica di San Pietro a Roma; al suo interno racchiude preziose testimonianze artistiche. Altri pregevoli edifici sono: la chiesa di Santa Croce, di bella e significativa architettura barocca; la cappella di San Grato; la cappella della Madonna delle Grazie; il Palazzo abbaziale e il Palazzo comunale, entrambi progettati dal Quarini.

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